L’industria cinematografica americana sta reagendo con forza alla comparsa di Tilly Norwood, un’attrice virtuale generata dall’intelligenza artificiale. Creata da Xicoia, la divisione AI della societร di produzione Particle6 fondata dalla produttrice Eline Van der Velden, Norwood รจ stata presentata al Festival di Zurigo lo scorso settembre. Nonostante si tratti di un personaggio fittizio, ma con oltre 40.000 follower su Instagram, ha giร portato ad un acceso dibattito tra attori e sindacati.
Le reazioni degli attori e dei sindacati
Durante un’intervista l’attrice Emily Blunt ha definito l’iniziativa “spaventosa” e un pericolo per il valore della connessione umana nel cinema. Il sindacato SAG-AFTRA, che rappresenta i professionisti dei media e dello spettacolo, ha poi rilasciato una dichiarazione molto dura contro la creazione di performer sintetici.
Secondo il sindacato, personaggi come Tilly Norwood non possono essere considerati attori: sono prodotti da software addestrati utilizzando il lavoro di migliaia di professionisti senza consenso nรฉ compenso. SAG-AFTRA sostiene inoltre che questo fenomeno minaccia l’occupazione, svaluta l’arte e rischia di sostituire l’esperienza umana con simulazioni prive di emozioni autentiche.
La risposta dei creatori di Tilly Norwood
Di fronte alle critiche, Van der Velden ha difeso il progetto con un post sull’account Instagram di Norwood definendola “un’opera creativa, un pezzo d’arte“. Il valore della sua “creatura” risiede nella capacitร di stimolare il dibattito, come accaduto con molte nuove forme artistiche nella storia.
Il debutto di strumenti sempre piรน sofisticati, come il recente rilascio di Sora 2 da parte di OpenAI ha aumentato le preoccupazioni in merito. Per questo motivo SAG-AFTRA e la Writers Guild of America hanno richiesto delle garanzie contrattuali per evitare che i produttori possano sostituire gli attori in carne ed ossa con delle alternative sintetiche.

