L’azienda statunitense Icon, specializzata in pubblicità basata sulla AI, ha avuto il suo momento di notorietà per un annuncio di lavoro che ha fatto scalpore persino negli USA, patria dei “workaholic”. La società, fondata dal giovane imprenditore Kennan Davison, ha pubblicato una descrizione per la ricerca di personale che sembra più un manifesto dedicato alla dipendenza da lavoro che un’offerta professionale.
Cercasi A-player per orari di lavoro senza limiti
L’annuncio recita chiaramente che i candidati dovranno essere disposti a “vivere per lavorare” con turni che coprono giorni, notti e weekend. Lavorare da remoto non è contemplato e la presenza fisica negli uffici è obbligatoria. La disponibilità deve essere totale e dovrà essere accettabile inviare messaggi alle 3 del mattino. La rapidità di risposta è vista come indice di valore.
Il team ideale, secondo Icon, è composto esclusivamente da A-player, cioè da dei professionisti disposti a “sfondare muri pur di raggiungere risultati”. Chi non rientra in questa categoria viene definito un “B-player” e, come specificato nell’annuncio, è destinato al licenziamento immediato.
Un ruolo adatto solo a “chi vive per lavorare”
Il CEO Davison, che si descrive come un “un ingegnere moltiplicato 100 volte” con un’enorme determinazione, promuove un modello aziendale basato su totale dedizione e sacrificio personale. Nella sua biografia afferma persino che sarebbe disposto a “mangiare degli escrementi di cane pur di vincere”.
Le critiche non sono mancate ma Icon vanta investitori di rilievo tra cui il miliardario Peter Thiel e il giocatore NFL Saquon Barkley. Dopo una vera e propria ondata di ironie sui social, la società ha modificato il testo dell’annuncio rimuovendo i riferimenti ai messaggi notturni e alle settimane lavorative da sette giorni. Ma ancora adesso solo “chi vive per lavorare” è considerato idoneo al ruolo e alla definizione di “A-player”.

