La creazione di video tramite intelligenza artificiale sta conquistando utenti e creator in tutto il mondo ma il prezzo nascosto di questa rivoluzione digitale si misura in energia consumata e impatto ambientale. Un recente studio del MIT Technology Review porta alla luce dei dati impressionanti. Bastano infatti cinque secondi di video generato tramite l’AI per consumare più energia di un microonde acceso per un’ora.
L’impatto ambientale dei video generati con l’AI
Se chiedere ad un chatbot AI una semplice risposta comporta un consumo contenuto (tra 114 e 6.700 joule), le richieste di contenuti multimediali, come la creazione di immagini e video, fanno invece esplodere i consumi. Creare tre brevi video di cinque secondi, insieme a una sessione con domande e immagini AI, può richiedere fino a 2,9 kilowattora. Quanto tenere acceso il microonde per tre ore e mezza.
Il fenomeno è particolarmente preoccupante perché per l’utente tutto appare immediato e “virtuale”. Basta scrivere un prompt e ricevere in pochi istanti una scena cinematografica realistica, senza percepire la quantità di elettricità che viene effettivamente richiesta ai data center. E il costo ambientale non si limita alla sola energia elettrica, i grandi server impiegano milioni di litri d’acqua ogni giorno per il solo raffreddamento.
Cosa fanno le aziende?
Negli ultimi anni, l’efficienza energetica dei data center ha permesso di mantenere sotto controllo i consumi ma la crescita dell’AI ha fatto invertire la tendenza. Dal 2017 a oggi il fabbisogno di energia dei data center è raddoppiato e, secondo le previsioni, entro il 2028 circa metà di tutta l’energia sarà destinata proprio all’intelligenza artificiale.
Le aziende del settore sono consapevoli del problema e stanno cercando soluzioni. Microsoft punta ad esempio sull’energia nucleare, mentre altri investono su chip più efficienti e fonti rinnovabili. Il tema della sostenibilità dei video AI è comunque destinato a restare centrale.