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Ecco perché OpenAI non può utilizzare il termine “Cameo” in Sora

Un giudice federale statunitense ha emesso un’ingiunzione temporanea contro OpenAI vietando all’azienda di utilizzare il termine “Cameo” all’interno di Sora, la sua applicazione dedicata alla creazione di video con l’AI. Tale decisione rappresenta una vittoria per la meno nota Cameo, piattaforma che consente agli utenti di acquistare brevi messaggi video personalizzati da celebrità.

Le ragioni della disputa tra OpenAI e Cameo

Stando a quanto disposto dal tribunale, OpenAI non potrà impiegare né “Cameo” né varianti come “Kameo” o “CameoVideo” fino al 22 dicembre 2025, data di scadenza dell’ingiunzione. La misura resterà in vigore almeno fino all’udienza fissata per il 19 dicembre, quando la giudice deciderà se rendere il provvedimento permanente.

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La controversia nasce da un presunto rischio di confusione dei consumatori tra il marchio di Cameo e la nuova funzionalità di Sora. Quest’ultima permette di caricare la propria immagine per consentirne l’uso nei video di altri utenti, una modalità che secondo Cameo avrebbe potuto far credere a un collegamento diretto tra le due piattaforme.

Il CEO di Cameo, Steven Galanis, si è detto soddisfatto per la decisione del tribunale in quanto proteggerebbe i consumatori da possibili fraintendimenti. OpenAI ha dichiarato invece di non condividere l’interpretazione dell’azienda rivale. Secondo Sam Altman e soci nessuno dovrebbe rivendicare un diritto esclusivo su un termine utilizzato universalmente come “cameo”.

Un problema di “branding”

Se l’ingiunzione dovesse essere confermata, OpenAI sarà costretta a rinominare o modificare le proprie funzionalità per evitare violazioni di marchio, aprendo un precedente di riferimento nel settore in cui opera.

La causa, avviata a ottobre, mette in evidenza l’esistenza di un attrito tra aziende e titolari di marchi registrati, soprattutto nel campo dell’AI generativa. L’esito dell’udienza di dicembre potrebbe influenzare le strategie di naming e branding per tutte applicazioni che si basano sull’intelligenza artificiale per la generazione di contenti.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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