Secondo quanto riportato dalla newsroom investigativa non profit The Markup il social network X (un tempo Twitter) penalizzerebbe le piattaforme concorrenti determinando un ritardo nel caricamento di servizi come Instagram, Facebook e Threads quando si cerca di accedere ad esse tramite i collegamenti generati via link shortening.
Come altre grandi realtà del Web, anche X integra una propria funzionalità per l’abbreviazione dei link. Quest’ultima prende il nome di t.co e venne introdotta nell’allora Sito Cinguettante per evitare che la lunghezza dei collegamenti potesse ridurre eccessivamente il numero di caratteri disponibili (un tempo non più di 140 per singolo post).
L’analisi di The Markup si sarebbe concentrata su una ventina di domini per i quali X applicherebbe una tecnica denominata throttling. In sostanza nei casi di Facebook, Instagram, Threads, Bluesky e Substack quest’ultima si tradurrebbe in un delay di 2.5 secondi dal momento in cui viene cliccato un link a quello in cui viene caricata la risorsa richiesta.
We found Twitter delaying links to some of its top competitors.
Then, we made a tool so you can check for potential delays to any site: https://t.co/65JGmddwd2
— The Markup (@themarkup) September 17, 2023
Stando alle osservazioni effettuate, le prime evidenze dell’uso di throttling per alcuni servizi sarebbero emerse ad agosto. Il mese scorso, ad esempio, per alcune testate giornalistiche ritenute non esattamente favorevoli ad Elon Musk come Reuters e New York Times sarebbe stato osservato un ritardo di circa 5 secondi successivamente rimosso.
Considerando che in linea generale gli utenti non sarebbero disposti ad accettare un tempo superiore ai 3 secondi per il caricamento di una pagina Web, è facile intuire quelle che potrebbero essere le conseguenze del throttling per i volumi di traffico e le entrate derivanti dall’advertising. Se tale pratica dovesse essere provata, X potrebbe incorrere in una sanzione antitrust.