Presto il sistema operativo Windows 11 dovrebbe essere dotato di un nuovo file system chiamato ReFS (Resilient File System) e destinato a sostituire lo storico NTFS (New Technology File System). L’uso della parola "resilienza" all’interno del nome non è casuale in quanto questa dovrebbero essere la sua principale caratteristica.
Parliamo in ogni caso di un file system di vecchia data (almeno dal punto di vista tecnologico), questo perché la sua prima implementazione dovrebbe risalire all’inizio della seconda decade del 2000. Microsoft non l’ha comunque mai utilizzato nelle sue piattaforma più diffuse limitandone l’impiego in Windows Server. L’idea iniziale era forse quella di adottarlo già con Windows 8.
Tornando al termine "resilienza", ormai utilizzato per descrivere qualsiasi cosa, ReFS dovrebbe essere in grado di rilevare autonomamente eventuali problemi di integrità intervenendo proattivamente per risolverli. L’obbiettivo è quello di garantire una maggiore continuità di servizio evitando rallentamenti del sistema e limitando le necessità di manutenzione.
Per quanto riguarda le performance, NTFS supporta attualmente file di non oltre 256 TB, con ReFS questo limite verrà abbondantemente superato raggiungendo senza fatica i 35 PB. Una novità importante tenendo conto che nel prossimo futuro Big Data, Intelligenza Artificiale, Realtà Virtuale e Realtà Aumentata incrementeranno notevolmente i volumi di dati da gestire.
Come sottolineato dai portavoce della Casa di Redmond, ReFS verrà introdotto proprio per garantire una maggiore facilità di lavoro con in grandi dataset. Ad oggi però non è dato sapere quando avverrà l’avvicendamento tra i due file system e se gli utenti di Windows 11 potranno sceglie quale utilizzare al momento dell’installazione.