Nel dicembre dello scorso anno la game house francese Ubisoft aveva lanciato il progetto Quartz dedicato all’introduzione di NFT (Non-Fungible Token) giocabili nei propri titoli. Chiamati Digits e sviluppati con una tecnologia a basso consumo energetico, tali token possono essere associati ad oggetti di gioco (equipaggiamenti, veicoli..) acquisibili dagli utenti.
L’iniziativa però potrebbe aver riscosso meno successo del previsto, tanto che i portavoce della stessa Ubisoft avrebbero affermato che i giocatori non si sarebbero dimostrati capaci di comprendere le potenzialità del progetto. Questo perché generalmente i prodotti del mercato secondario, come appunto gli NFT, verrebbero visti soltanto come degli asset speculativi.
Quale sarà quindi il destino di Quartz? Difficile prevederlo anche in considerazione del fatto che gli investimenti effettuati potrebbero essere stati ingenti, ma stando alle parole del CEO Yves Guillemot l’uso degli NFT nei gamplay sarebbe per il momento soltanto in fase di test, in pratica una sperimentazione, e non parte integrante del business di Ubisoft.
Tanto per sottolineare questo aspetto Guillemot avrebbe sostenuto inoltre che l’azienda non sarebbe stata abbastanza chiara nello specificare che Quartz è per ora un semplice esperimento. Queste affermazioni sembrerebbero però in pieno contrasto con quelle precedenti che puntavano il dito contro gli utenti accusandoli di scarsa lungimiranza.
In effetti Quartz vuole rappresentare una sorta di piccola rivoluzione per il mondo videoludico, a tal proposito basti pensare che il sistema permette di assegnare gli NFT in base al numero di ore giocate (ad esempio 600 ore di Tom Clancy’s Ghost Recon Breakpoint per un elemetto personalizzabile) ma, evidentemente, i giocatori non si sarebbero dimostrati abbastanza entusiasti.