Le autorità cinesi hanno avviato i primi test dell’RT-G, un vero e proprio “Robocop” autonomo progettato dalla Logon Technology. Questo dispositivo sferico, concepito per supportare le forze dell’ordine, è in grado di operare sia sul terreno che sull’acqua. L’entusiasmo per le sue potenzialità è però accompagnato da non poche preoccupazioni sul possibile utilizzo e sull’impatto che potrebbe avere sulla privacy e sulla libertà individuale.
RT-G: come funziona il poliziotto robot
L’RT-G è un robot che pesa 125 kg, raggiunge una velocità di 35 km/h e può resistere a impatti fino a quattro tonnellate. Grazie al suo design opera senza problemi su terreni accidentati e nei corsi acqua dimostrando una versatilità impressionante per una macchina.
Equipaggiato con un’intelligenza artificiale di ultima generazione, il Robocop asiatico può effettuare pattugliamenti urbani, riconoscere i volti di criminali noti, rilevare disturbi alla quiete pubblica e persino immobilizzare sospetti con un lancia-reti integrato. Dispone inoltre di misure non letali come spray lacrimogeni, granate e dispositivi di dispersione a onde sonore.
La rapidità con cui l’RT-G è passato dalla fase di prototipo all’implementazione, appena due mesi, non manca comunque di sollevare interrogativi sull’adeguatezza dei test di sicurezza e sulla regolamentazione del suo utilizzo. Video dimostrativi mostrano il robot in azione dove si dimostra capace di inseguire sospetti e rispondere a disturbi. Siamo pronti a delegare queste responsabilità a una macchina?
Il futuro del controllo urbano tra Innovazione e timori
L’RT-G si inserisce in una strategia più ampia della Cina per integrare la robotica nelle operazioni di polizia. Come avvenuto con altri dispositivi come i robodog. L’eventuale adozione di questi dispositivi suscita però timori sul controllo sociale e sull’erosione dei diritti civili. L’utilizzo di robot per monitorare il rispetto del distanziamento sociale durante il post-COVID è solo un esempio di come queste tecnologie potrebbero essere impiegate.