Il report "Tax and Fiscal Policy in Response to the Coronavirus Crisis" dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) propone una strategia inedita per finanziare il superamento della recessione economica causata dal blocco delle attività economiche dovuto all’emergenza Coronavirus (COVID-19). L’idea è quella risolvere i prevedibili problemi di liquidità tramite l’applicazione della Webtax.
Per motivare questa scelta si è fatto riferimento alla forte crescita nell’uso di servizi digitali come per esempio quelli dedicati allo smart working, in sostanza il lockdown conseguente alla pandemia avrebbe contribuito a creare il clima adatto per definire degli accordi internazionali che prevedano di tassare maggiormente le compagnie dell’High Tech.
A livello pratico la proposta dovrebbe essere quella di inasprire la pressione fiscale a carico delle aziende che hanno avuto dei vantaggi dall’attuale contingenza per sostenere quelle che, invece, sono state maggiormente danneggiate. Tutto ciò dovrà essere fatto di concerto, altrimenti è abbastanza probabile che le iniziative unilaterali di uno stato possano portare a nuovi conflitti commerciali.
Dal punto di vista politico l’inziativa dell’OCSE arriva in un momento particolarmente favorevole per la Webtax, è infatti quasi certo che nel corso dei prossimi mesi sempre più stati avranno la necessità di ricorrere alla tassazione per finanziare la ripresa, questo porterà alcuni governi prima contrari alla Webtax a rivedere le proprie posizioni.
Sulla proposta è già al lavoro la "Task force on digital economy" della stessa OCSE mentre nettamente a sfavore della Webtax vi sono soprattutto i Paesi di appartenenza delle Big Company (come per esempio gli Stati Uniti) e tutte quelle realtà che nel corso degli ultimi anni sono riuscite ad attrarre le loro sedi legali grazie a fiscalità di vantaggio.