I responsabili della Casa di Redmond avrebbero deciso di modificare le policy per l’utilizzo dei propri sistemi operativi indicando Windows 10 non più come aggiornamento "consigliato", ma come upgrade "raccomandato"; una modifica di importanza non secondaria che in pratica rappresenta un punto di inizio per la dismissione delle piattaforme precedentemente rilasciate.
Gli effetti di questo nuovo corso dovrebbero essere visibili innanzitutto attraverso il sistema Windows Update che fornirà Windows 10 come un qualsiasi altro aggiornamento importante per Windows 7 e Windows 8.1; a tal proposito si ricorda che il passaggio da questi ultimi all’ultimo OS rilasciato dalla Microsoft non comporterà alcun costo.
A livello pratico, avremo che coloro che hanno configurato Windows Update per installare automaticamente gli aggiornamenti non dovranno intervenire manualmente per effettuare tale migrazione; chiaramente, nessuno sarà obbligato a procedere con l’upgrade e la procedura per l’installazione di Windows 10 dovrà essere espressamente confermata.
Chi dovesse passare a Windows 10 "per sbaglio", magari perché ha autorizzato inavvertitamente la migrazione senza voler veramente abbandonare la configurazione corrente, avrà comunque la possibilità di rimediare tramite un’apposita funzionalità. Per far questo saranno disponibili 31 giorni di tempo dopo i quali l’aggiornamento risulterà accettato.
Nessuna novità per quanto riguarda invece il pre-caricamento dei file per l’installazione di Windows 10 che su Seven e Windows 8.1 avviene in modo automatico per semplificare le fasi di download e setup; nonostante tale modalità abbia creato delle perplessità il gruppo capitanato da Satya Nadella avrebbe optato per non modificarla.