Recentemente intervistato da Bloomberg Businessweek, il Presidente e Chief Legal Officer di Redmond Brad Smith avrebbe definito antiamericana la politica di Donald Trump contro la cinese Huawei. Si ricorda infatti che in gruppo asiatico è stato inserito in una blacklist nella quale vengono elencate le società a cui le aziende statunitensi non possono fornire tecnologie.
A parere di Smith le decisioni dell’inquilino della Casa Bianca in tema di politiche commerciali internazionali sarebbero state prese senza solide basi dal punto di vista legislativo e non troverebbero alcun supporto neanche nei fatti. A questo proposito la stessa Microsoft avrebbe inviato numerose richieste di chiarimento ai regolatori USA ricevendo soltanto risposte evasive.
Sempre secondo l’opinione del dirigente, nel medio-lungo periodo impedire la vendita di alcuni prodotti a soggetti di altri mercati potrebbe determinare la fine di diverse aziende americane oggi fiorenti, con conseguenze anche sull’occupazione. A tal proposito basti pensare che Windows 10 è il sistema operativo scelto da Huawei per i propri computer portatili.
Smith ha voluto ricordare che poco tempo fa Satya Nadella, CEO dell’azienda fondata da Bill Gates, aveva ospitato un incontro tra il Presidente della Repubblica popolare cinese Xi Jinping, Mark Zuckerberg e Tim Cook. Ad oggi, in piena guerra dei dazi, organizzare un incontro dello stesso tipo risulterebbe sicuramente molto più difficile.
Microsoft, il cui core business è sempre più concentrato sui servizi per il camparto enterprise, sarebbe particolarmente preoccupata dal fatto che diverse sue tecnologie (come per esempio quelle legate ai computer quantistici e all’AI) potrebbero non trovare sbocchi commerciali sufficienti a causa dell’ostinazione di Washington.