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Il Garante della Privacy indaga su Facebook e WhatsApp

Recentemente WhatsApp ha aggiornato le sue policy notificando agli utenti la possibilità che i loro dati venissero condivisi con Facebook, di cui è una proprietà. Dopo aver suscitato accese polemiche, questa iniziativa avrebbe motivato un intervento del Garante della Privacy italiano deciso e indagare su quanto avvenuto.

L’Authority baserebbe la sua azione sul fatto che la fusione tra WhatsApp e Facebook non dovrebbe giustificare una condivisione di informazioni personali tra le due piattaforme, a questo punto l’istruttoria mirerà ad accertare che la gestione dei dati da parte di entrambe sia avvenuta fino ad ora con la massima correttezza e trasparenza.

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Il Garante avrebbe già preso contatti con WhatsApp e Facebook perché queste ultime mettano a disposizione tutta la documentazione necessaria allo svolgimento dell’indagine, a cominiciare dalle informazioni riguardanti la tipologia di dati che la prima vuole mettere a disposizione della seconda per finalità di profilazione.

Le due piattaforme dovranno anche spiegare quali misure verranno adottate per garantire agli utilizzatori di poter esercitare i diritti riconosciuti dalla normativa italiana per la tutela della privacy, soprattutto in considerazione del fatto che l’avviso inviato specificava che la revoca del consenso e l’opposizione potevano essere esercitati in tempo limitato.

Un altro punto cruciale riguarda il cosiddetto "principio di finalità", infatti inizialmente le policy di WhatsApp non prevedevano che le informazioni degli utenti fossero utilizzate per il marketing; sarà quindi necessario stabilire quanto il nuovo corso dell’applicazione sia stato dettato dal passaggio sotto il controllo di Menlo Park.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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