Da tempo gli stati dell’UE discutono riguardo all’opportunità di introdurre la cosiddetta "Web tax", una tassa appositamente dedicata alle grandi compagnie multinazionali Web based o High tech che, grazie al fatto di aver creato la propria sede in località dove godono di fiscalità vantaggiose, pagano solo una piccola parte delle imposte previste nelle nazioni europee in cui operano.
Si tratta però di uno dei tanti argomenti per i quali i Paesi dell’Unione difendono posizioni in contrasto tra loro. Proprio per questo motivo, nonostante le diverse occasioni di confronto, fino ad ora non è stato possibile trovare un accordo sul tema in questione. La Francia, uno degli stati più favorevoli alla "Web Tax", avrebbe quindi deciso di agire in solitudine.
In assenza di un’iniziativa comunitaria, il 1 gennaio del prossimo anno entrerà quindi in vigore una sorta di "Web tax" in salsa transalpina che, secondo quanto previsto dal ministro dell’economia Bruno Le Maire, dovrebbe portare ad un incasso pari a 500 milioni di euro per il solo 2019. Ma in cosa consiste l’iniziativa francese?
Per il momento i dettagli disponibili sarebbero ancora pochi, ma secondo le attuali anticipazioni l’idea dovrebbe essere quella di introdurre una flat tax del 3% a carico dei fatturati. Curiosamente tale formulazione sarebbe stata una delle ipotesi più contestate dagli stati dell’Unione contrari alla "Web tax", in particolare dall’Irlanda dove hanno sede, tra gli altri, Facebook e Google.
E potrebbero essere in particolare Menlo Park e Mountain View a pagare il prezzo della maggiore imposizione fiscale in terra francese, questo perché il comparto maggiormente coinvolto dovrebbe essere quello dell’advertising. A questo punto sarebbe stato creato un precedente che altre nazioni europee potrebbero emulare nel corso dei prossimi mesi.