I vertici del colosso delle aste in Rete eBay hanno deciso di lanciare una petizione in favore di Supap Kirtsaeng, un suo utente che per potersi pagare i gli studi universitari aveva rivenduto dei testi che gli sono invece costati una sentenza di risarcimento pari a 600 mila dollari in favore degli editori.
Chiamata a pronunciarsi sul caso, la Corte Suprema dovrebbe quindi decidere in primo luogo se su eBay sia praticabile o meno il diritto di rivendere i prodotti acquistati, in secondo luogo dovrebbe stabilire se un risarcimento così cospicuo sia da ritenersi davvero giustificable.
Riemergerebbe così l’annoso problema inerente i vincoli derivanti dalle licenze d’uso che, in molti casi, escluderebbero gli acquirenti dal pieno possesso degli oggetti regolarmente pagati; un pronunciamento della Corte Suprema in favore delle ragioni della petizione potrebbe costituire un importante precedente.
La posizione di eBay in proposito sarebbe chiara (e del tutto concordante con gli interessi dell’azienda): pensare che un utente sia costretto a chiedere il permesso per rivendere un prodotto da lui pagato rappresenterebbe una violazione dei diritti civili e una limitazione alle possibilità di perseguire i propri leciti interessi economici da parte degli utenti.