Con un’iniziativa a sopresa del Governo Renzi il piano che prevedeva 6.6 miliardi di euro in investimenti per la diffusione della Banda Larga in Italia è stato improvvisamente bloccato; tale progetto mira in pratica a dotare il nostro paese di un’infrastruttura telematica paragonabile a quella degli altri stati europei entro i prossimi 5 anni.
Tale blocco sarebbe dovuto ad una condizione di stallo che nel lungo periodo avrebbe potuto impedire la realizzazione dei punti programmatici in esso stabiliti nei termini previsti; attualmente il piano starebbe quindi subendo una revisione sotto la supervisione di Antonella Manzione, funzionaria a capo dell’ufficio legislativo di Palazzo Chigi.
La decisione non avrebbe però mancato di suscitare le preoccupazioni degli operatori di settore, Telecom Italia avrebbe per esempio ricordato che ad oggi potrebbero crearsi delle difficoltà per quanto riguarda la pubblicazione dei bandi regionali entro fine anno. Confindustria Digitale avrebbe poi sottolineato il rischio di un ulteriore accumulo di ritardi.
A tal proposito è necessario tenere presente che i finanziamenti per la Banda Larga potrebbero divenire erogabili soltanto grazie alla disponibilità dei fondi messi appositamente a disposizione dall’Unione Europea; quest’ultima però potrebbe decidere di "chiudere i rubinetti" e richiedere la restituzione dei soldi nel caso in cui il piano bloccato non dovesse conseguire un’approvazione.
La situazione appare nel suo complesso estremamente complicata, basti pensare che il Governo dovrà anche risolvere la questione creatasi con la bocciatura del decreto legge Comunicazioni (4.6 miliardi di investimenti), in quest’ultima infatti sono presenti numerose norme indispensabili per l’attuazione del piano per la Banda Larga.