La Casa di Cupertino ha deciso di acquisire il controllo di Lattice Data, un’azienda specializzata nella produzione di soluzioni per l’eleborazione dei dati grezzi. Grazie alle tecnologie di questa startup è possibile trattare e categorizzare contenuti non organizzati come testi, immagini, video e audio tramite algoritmi basati sull’Intelligenza Artificiale.
Ma perché Apple avrebbe speso tra i 175 e i 200 milioni di dollari per integrare il team di Lattice Data (una ventina di ingegneri) all’interno del proprio organico? L’intenzione dovrebbe essere quella di accogliere nuove risorse con cui rinnovare l’infrastruttura che permette il funzionamento dell’assistente virtuale intelligente Siri.
Lattice Data è costituita in particolare da personale proveniente dalle Università di Stanford e del Michigan e tra le sue implementazioni più interessanti vi è DeepDive, un sistema appositamente concepito per il parsing del "Dark Data", cioè tutte quelle informazioni che sono nascoste in varie tipologie di contenuti, senza alcuna strutturazione.
Nonostante il suo carattere estremamente caotico il Dark Data contiene un gran numero di dati preziosi che possono essere utilizzati nelle applicazioni per il machine learning accelerandone l’efficacia, per questo motivo DeepDive ha riscosso un grande successo nel suo settore di riferimento riuscendo ad ordinare ciò che per definizione non è dovrebbe essere catalogabile.
Grazie alle tecnologie di Lattice Data, Siri potrebbe supportare maggiormente l’interazione vocale con gli utilizzatori e fornire risposte più precise alle richieste; miglioramenti che potrebbero rivelarsi fondamentali anche per l’offerta di un assistente di tipo hardware alternativo a quelli già proposti da concorrenti come Google e Amazon.