Come era facile aspettarsi il recente aumento di prezzo del servizio Amazon Prime non è stato accolto nel migliore dei modi, succede per tutti i rincari ma quei 3.99 euro al mese che diventano 4.99, da 36 euro a 49.90 nel caso del piano annuale, rappresentano comunque una spesa in più in un momento in cui tutto sta diventando più caro.
L’incremento scatterà a partire dal 15 settembre 2022 sia per i rinnovi che per coloro che attiveranno la sottoscrizione per la prima volta ed è stato motivato facendo riferimento all’inflazione ormai molto elevata, ma tra chi ha voluto schierarsi contro la decisione della compagnia vi è anche il Codacons, associazione per la tutela dei consumatori.
Quest’ultima ha richiesto ad Amazon di tornare sui suoi passi in quanto un’inflazione che attualmente si attesta intorno all’8% non giustificherebbe un aumento che nel caso dell’abbonamento annuale arriverebbe al 38.6% rispetto al costo previsto dal 2018 ad oggi. Nel caso della sottoscrizione mensile il rincaro sarebbe stato invece di circa il 25%.
Nonostante l’aumento dei prezzi Amazon Prime resta un’offerta conveniente
A difesa dell’azienda si potrebbe dire che nonostante l’incremento Prime continua ad essere un servizio conveniente, considerando il prezzo del piano annuale e tenendo conto di un prezzo medio delle consegne intorno ai 6 euro basterebbero infatti 8 ordini nell’arco di 12 mesi per recuperare quasi completamente la somma pagata.
Questo senza contare tutti i servizi correlati come per esempio Prime Video, Twitch e il Cloud per lo storage delle immagini, questo solo per citare alcuni vantaggi. Non andrebbe inoltre dimenticato che Prime è molto più caro in altri Paesi, in Germania costa infatti circa 90 euro all’anno mentre negli USA (dove Prime Video può essere pagato separatamente) si arriva a quasi 140 dollari.