Elon Musk, visionario imprenditore statunitense fondatore di Tesla Motors e SpaceX, avrebbe ricevuto un’accusa di frode da parte della SEC (Securities and Exchange Commission), ente federale che negli Stati Uniti si occupa di controllare le attività delle società quotate in borsa. La prima conseguenza della notizia sarebbe stato un crollo delle azioni Tesla presso Wall Street.
Musk sarebbe stato chiamato in causa a seguito di un post pubblicato su Twitter la scorsa estate, in esso egli avrebbe espresso l’intenzione di ritirare la sua compagnia dalla Borsa e di privatizzarla. A conferma di tale iniziativa Musk avrebbe sostenuto di aver già reperito i capitali necessari per concludere quella che sarebbe stata un’operazione finanziaria da svariati miliardi di dollari (oltre 400 dollari per azione).
All’ennesimo ambizioso progetto dell’imprenditore avrebbe dovuto contribuire in solido una fondo sovrano dell’Arabia Saudita, ma niente di quanto annunciato si sarebbe mai concretizzato e Tesla ha continuato ad essere un’azienda quotata. Gli effetti delle dichiarazioni di Musk non si sarebbero però limitate ad un nulla di fatto, almeno a parere della SEC.
La possibilità di una privatizzazione avrebbe infatti scatenato l’interesse degli investitori, determinando un’impennata per il valore dei titoli azionari di Tesla. Per l’autorità di controllo Musk avrebbe quindi diffuso delle notizie fuorvianti, se non addirittura false, in grado di influenzare le scelte degli operatori finanziari e favorendo la propria compagnia.
A peggiorare la situazione vi sarebbe stata la pubblicazione del tweet a mercati ancora aperti. Ora il rischio per Musk non sarebbe soltanto quello di dover pagare una pesante sanzione, egli infatti potrebbe essere rimosso dalla carica di amministratore delegato con effetti imprevedibili sul futuro di Tesla e delle altre compagnie da lui capitanate.