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Partita IVA: Quanto costa? Calcolo tasse e possibili guadagni

In questi anni di crisi sono sempre di piรน gli italiani che, per desiderio di mettersi in proprio o perchรจ costretti da un mercato del lavoro sempre piรน asfittico, si stanno orientando verso forme di lavoro autonomo. Nel nostro settore, inoltre, la scelta di aprire una Partita IVA riguarda sempre piรน giovani webmaster, web designer e sviluppatori in cerca di affermazione professionale che, privi di valide opportunitร  d’impiego, si determinano ad intraprendere una carriera da freelance.

Una volta deciso che la strada da seguire sarร  quella del lavoro autonomo, perรฒ, molto spesso ci si trova davanti ad una selva di dubbi a cui non sempre รจ facile dare una risposta. Il primo fra questi, probabilmente, รจ quanto costa aprire la Partita IVA? In realtร  la risposta a questa domanda รจ molto piรน semplice di quello che si possa pensare. Avviare un’attivitร  individuale, infatti, non costa nulla… ma andiamo per gradi.

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Iniziare un lavoro come libero professionista

Per prima cosa รจ necessario fare una puntualizzazione. I lavoratori autonomi si distinguono in tra categorie:

  • liberi professionisti;
  • artigiani;
  • commercianti;

Il libero professionista รจ un soggetto che, avendo acquisito abilitร  e competenze professionali, intende offrire i propri servizi ai soggetti che ne facciano richiesta. Taluni professionisti, al fine di poter esercitare la loro professione, sono tenuti ad iscriversi ad albi professionali (come ad esempio commercialisti, avvocati ed architetti) mentre altri (come ad esempio webmaster e developer) non sono tenuti ad obblighi di questo tipo.

Tralasciando le professioni che richiedeonol’iscrizione ad un albo (non รจ il nostro caso, per fortuna) chi desidera intraprendere la carriera del libero professionista (o del freelancer come si usa dire oggi nel nostro settore) deve far fronte ad alcuni semplici adempimenti burocratici:

  • richiedere all’Agenzia delle Entrate l’assegnazione di un numero di Partita IVA;
  • iscriversi alla gestione separata INPS;
  • aprire una posizione INAIL qualora s’intenda avvalersi dell’aiuto di dipendenti.

Quanto detto vale anche per commercianti ed artigiani con l’aggiunta che questi debbono iscriversi anche alla Camera di Commercio.

Tutte queste procedure sono a costo zero: nel senso che per aprire una partita IVA e per iscriversi all’INPS, all’INAIL e alla Camera di Commercio non รจ richiesto il pagamento di alcun contributo iniziale.

Spesso e volentieri questa fase di inizio attivitร  viene affidata ad un commercialista, in tal caso l’oprazione viene ad avere un costo ma si tratta del compenso del commercialista per i servizi che ci ha prestato.

Se รจ vero, quindi, che aprire una Partita IVA (e disbrigare le altre pratiche) non costa nulla… รจ altrettanto vero che quattro conti devono essere fatti circa i costi e le spese che dovremo sostenere per mantenere la Partita IVA.

Quanto costa mantenere la Partita IVA?

Una volta avviata l’attivitร , infatti, dovremo far fronte ad una serie di oneri e spese che รจ bene ponderare con cura prima di prendere la decisione di mettersi in proprio. Vediamo nel dettaglio i costi e gli oneri richiesti ai titolari di Partita IVA.

Servizi, beni strumentali ed altri costi inerenti allo svolgimento dell’attivitร 

Per prima cosa, se si รจ deciso di mettersi in proprio, รจ necessario fare due conti circa le spese che, direttamente e necessariamente, dovranno essere sostenute al fine di poter materialmente svolgere il proprio lavoro. Di seguto una tabella esemplificativa:

  • Vi servirร  un ufficio o intendete lavorare “in casa”? Nel primo caso dovrete cosiderare il costo dell’affitto o l’impatto di un eventuale mutuo se intendete affrontare un’acquisto immobiliare. Nel caso di un ufficio, inoltre, dovete considerare una serie di spese una tantum come quelle relative all’arredamento o all’installazione di eventuali impianti ed apparecchiature;
  • Da tenere in cosiderazioni i costi relativi ad elettricitร , riscaldamento e servizi telefonici (telefono fisso, ADSL e cellulare); anche in questo caso, ovviamente, i costi lievitano non poco se si intende allestire un ufficio;
  • Acquisto di beni strumentali come, ad esempio, computer, monitor, stampanti, telefoni ma anche software, consumabili e cancelleria;

Ovviamente queste spese variano di caso in caso a seconda delle specifiche esigenze: se, ad esempio, svolgete la vostra attivitร  presso la sede dei vostri clienti avrete probabilmente bisogno di mettere in costo anche i costi per l’acquisto di un’autovettura e/o per la sua gestione (bollo, RC auto, riparazioni, carburante, ecc.).

Il commercialista

Una spesa che, spesso, si sottovaluta รจ quella relativa alla consulenza di un commercialista la quale, in Italia, รจ assolutamente obbligatoria.

Il costo del commercialista varia moltissimo e non esiste un tariffario standard. I fattori in grado di incidere sul costo del commercialista sono molteplici: la tipologia dell’attivitร , il regime fiscale, il numero di fatture annue, il volume d’affari, la presenza di eventuali operazioni con l’estero e cosรฌ via.

A spanne possiamo dire che un commercialista “medio” puรฒ costare tra i 1.000 ed i 2.000 Euro all’anno per adempiere agli oneri attinenti ad un’attivitร  di un lavoratore autonomo.

I contributi INPS

Come tutti i lavoratori, anche i lavoratori autonomi sono tenuti a versare i contrinuti all’INPS. Se in passato questi erano piuttosto contenuti, nell’ottica di equiparare i lavoratori autonomi ai dipendenti, questi stanno via via aumentando. Per l’anno 2014 i contributi INPS per gli iscritti in via esclusiva alla gestione separata sono determinati nella misura del 27,72% del reddito prodotto.

Questo vuol dire, per fare due conti facili facili, che se in un mese riuscite a guadagnare 1.000 Euro dovrete versarne 277,20 alle casse dell’INPS. Ovviamente queste somme potranno poi essere dedotte in sede di dichiarazione fiscale (calcolo delle tasse).

Altri oneri: INAIL e diritto annuale della Camera di Commercio

Tra gli altri oneri di natura “burocratica” figurano i contributi INAIL ed il diritto annuale della Camera di Commercio. In entrambi i casi si tratti di spese che si dovrร  affrontare solo se si รจ iscritti, rispettivamente, ad INAIL e Camera di Commercio.

I costi, per fortuna, non sono particolarmente elevati: parliamo di circa 100 Euro / Anno per l’INAIL e poco di piรน per la Camera di Commercio.

IRAP

L’IRAP รจ l’Imposta Regionale sulle Attivitร  Produttive. In realtร , perรฒ, il suo nome non deve trarre in inganno in quanto il versamento dell’IRAP รจ richiesto anche ai liberi professionisti, commercianti ed artigiani qualora questi svolgano un’attivitร  autonomamente organizzata. Ma cosa significa “autonomamente organizzata”? Significa, ad esempio, che si dispone di un ufficio, che si utilizzano degli strumenti (ad esempio un computer) oppure si usufruisce della collaborazioni di dipendenti. In tutti questi casi l’IRAP รจ dovuta. Viceversa NON รจ dovuta se il vostro lavoro si estrinseca solo ed esclusivamente nell’applicazione di competenze e conoscenze (si pensi, ad esempio, ai classici lavori di consulenza presso la sede del cliente).

L’impatto dell’IRAP รจ del 3,9% (ma ogni regione puรฒ aumentarla fino ad un punto max) del valore della produzione netta; in linea di massima: reddito prodotto – costi relativi alla produzione (ad esclusione del personale) – deduzione forfettaria (pari a 9.500 Euro fino a 180.759 Euro di fatturato annuo).

IRPEF

L’IRPEF รจ l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche ed รจ pagata da tutte le persone (le societร  pagano l’IRES) in grado di produrre un reddito. L’IRPEF ha natura progressiva, significa che si pagherร  di piรน all’aumentare del reddito prodotto. Di seguito una tabelle riepilogativa degli scaglioni IRPEF:

RedditoAliquotaTassazione
Fino a 15.000 Euro23%23% del reddito
Da 15.001 a 28.000 Euro27%3.450 Euro + 27% sulla parte eccedente i 15.000 Euro
Da 28.001 a 55.000 Euro38%6.960 Euro + 38% sulla parte eccedente i 28.000 Euro
Da 55.001 a 75.000 Euro41%17.220 Euro + 41% sulla parte eccedente i 55.000 Euro
Oltre i 75.000 Euro43%25.420 Euro + 43% sulla parte eccedente i 75.000 Euro

E’ importante ricordare che se il reddito annuo prodotto non supera gli 8mila Euro si rientra nella cosiddetta no-tax area e pertanto nulla sarร  dovuto di IRPEF.

Facciamo “i conti in tasca” alla Partita IVA

Sulla base di quanto detto possiamo provare ad ipotizzare un po’ di numeri per fare qualche conto che ci aiuterร  a capire quanto costa, materialmente, mantenere una Partita IVA in Italia per chi svolge il lavoro di freelance nel nostro settore. Si supponga, pertanto, di voler fare quattro conti per un ipotetico web designer che lavora nel settore dello sviluppo siti web/applicazioni in grado di generare un fatturato mensile di 3.000 Euro pari, cioรจ, a 36.000 Euro di fatturato annuo.

Si supponga, altresรฌ, che il nostro professionista lavori in un ufficio preso in affitto senza l’ausilio di collaboratori.

Costi di avvio attivitร 

Come detto, aprire la Partita IVA ed adempiere ai vari obblighi burocratici non costa nulla salvo che si decida di ricorrere all’assistenza di un commercialista. In quest’ultimo caso possiamo ipotizzare un costo una tantum di 300 Euro. A questa cifra vanno aggiunti i costi relativi all’arredamento di un ipotetico ufficio (o quanto meno di una postazione lavoro composta da una scrivania, una sedia ed uno scaffale per i documenti), all’acquisto di PC, strumentazioni, software e cancelleria:

Assistenza Commercialista per avvio attivitร 300 Eu
Arredamento ufficio800 Eu
Acquisto PC, telefono e stampante800 Eu
Acquisto software originali1.500 Eu
Cancelleria100 Eu
TOT.3.500 Eu

Avendo natura una tantum questi costi, ovviamente, andranno ad impattare solo sul primo anno di attivitร .

Costi periodici

Avere un lavoro autonomo significa sobbarcarsi una serie di costi di natura periodica che possono essere cosรฌ stimati (su base annua):

Affitto (12 mensilitร )4.800 Eu
Consumi (corrente, telefono, riscaldamento, ecc.)3.600 Eu
Commercialista1.500 Eu
Diritto Camerale100 Eu
INAIL100 Eu
TOT.10.100 Eu

Calcolo contributi e tasse di una Partita IVA

Alla luce dei dati esposti sopra possiamo fare due calcoli su quello che sarร  il nostro utile netto, cioรจ quello che materialmente “ci metteremo in tasca” nel nostro primo anno di attivitร  come lavoratori autonomi.

Per prima cosa andiamo a calcolare l’utile lordo cioรจ il nostro utile prima delle tasse. E’ bene precisare che, ai fini del nostro articolo, effettueremo alcune semplificazioni, cioรจ considereremo ogni spesa come detraibile al 100% (non รจ sempre cosรฌ) e non calcoleremo l’impatto di eventuali ammortamenti. I conti che andremo ad effettuare in modo molto “spiccio”, infatti, sono in realtร  molto complessi tuttavia, ai nostri fini, un calcolo &quo;a spanne” puรฒ essere considerato piรน che sufficiente.

Fatturato+ 36.000 Eu
Spese una tantum– 3.500 Eu
Spese annuali– 10.100 Eu
Utile Lordo+ 22.400 Eu

Vediamo ora l’impatto degli oneri contributivi INPS:

Utile lordo+ 22.400 Eu
INPS– 6.210 Eu
Utile al netto dell’INPS+ 16.190 Eu

Calcoliamo ora l’impatto delle tasse partendo dall’IRAP:

((16.190 - 9.500) / 100) * 3,9 = 260 Eu

Oltre all’IRAP, infine, dobbiamo calcolare l’impatto dell’IRPEF. Ai fini del calcolo dobbiamo considerare il 23% di 15.000 Euro e sommarvi il 27% degli ulteriori 1.190 Euro:

((15.000 / 100) * 23) + ((1.190 / 100) * 27) = 3.771 Eu

Vediamo quindi quale sarร  il nostro utile netto:

Utile al netto dell’INPS+ 16.190 Eu
IRAP– 260 Eu
IRPEF– 3.771 Eu
UTILE NETTO+ 12.159 Eu

Il nostro ipotetico web designer con un fatturato annuo di 36.000 Euro si ritroverร  ad avere “in tasca” 12.159 Euro all’anno cioรจ all’incirca 1.000 Euro netti al mese (senza ferie pagate, giorni di malattia ne tredicesima mensilitร ).

Considerazioni conclusive su Partita IVA, costi e tasse

Avere un lavoro autonomo ed aprire la Partita IVA, come avrete capito, sono scelte da ponderare con la dovuta cautela. Vivere da freelancer, infatti, puรฒ risultare difficile se non si riesce ad avere un volume d’affari piuttosto sostanzioso. Costi e tasse, infatti, incidono pesantemente sui margini di guadagno che finiscono inevitabilmente per assottigliarsi.

Una via d’uscita (parziale e provvisoria) รจ data dal cosidetto regime dei minimi del quale vi parleremo in un prossimo articolo.

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Massimiliano Bossi
Massimiliano Bossi
Stregato dalla rete sin dai tempi delle BBS e dei modem a 2.400 baud, ho avuto la fortuna di poter trasformare la mia passione in un lavoro (nonostante una Laurea in Giurisprudenza). Adoro scrivere codice e mi occupo quotidianamente di comunicazione, design e nuovi media digitali. Orgogliosamente "nerd" sono il fondatore di MRW.it (per il quale ho scritto centinaia di articoli) e di una nota Web-Agency (dove seguo in prima persona progetti digitali per numerosi clienti sia in Italia che all'estero).

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